24 febbraio 2015, con la partecipazione di circa 1.000 persone, e la presenza di aziende che con la loro sponsorizzazione hanno permesso lo svolgersi della manifestazione, si è tenuta a Milano Invex 2015: una giornata di studio, oltre che un evento di marketing, che ha fatto il punto su quali saranno gli sviluppi del settore fotovoltaico, in cui normativa e evoluzione tecnologica viaggiano insieme da molti punti di vista.
I principali temi affrontati sono stati:
- i sistemi di accumulo, che a seguito della delibera 574/2014 diventeranno parte attiva dell’infrastruttura di rete dei prossimi anni,
- i SEU relativamente ai quali l’avere fissato gli oneri di sistema per l’autoconsumo (delibera 609/2014 ), permette di fare valutazioni economiche oggettive sulla convenienza dell’investimento per il produttori e dei vantaggi economici per le imprese che intendano acquistarne l’energia.
Purtroppo, però, gli economics sui sistemi di accumulo sono ancora critici: ad esempio per arrivare a rendere conveniente l’installazione di un sistema di accumulo sul mercato domestico, che nel 2014 ha rappresentato quasi il 60% della potenza complessiva installata, è necessaria una riduzione di prezzo significativa o, forse, estendere la detrazione fiscale anche ai sistemi di accumulo.
A questo proposito le analisi dell’Energy&Strategy Group riportano un IRR che varia dal 3% al 5,4%, raggiungendo la soglia del 6% solo nel Sud Italia, in caso di autoconsumo superiore al 50%, oppure sottodimensionando la taglia dell’ impianto (per esempio 2,4 kWp anziché gli standard 3kWp)
Per i SEU invece, l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, dopo di una precisa analisi economica sul ritorno dell’investimento per il produttore e sulla convenienza per il consumatore, dichiara che un’interessante opportunità di mercato è rappresentata dalle PMI in settori non energivori e nel terziario, con consumi annui nell’intervallo compreso tra 400 e 2.000 MWh, aziende che costituiscono una grande parte dell’economia italiana (e contano per circa 60TWh di consumo elettrico annuo – circa il 20% della domanda elettrica nazionale al 2013)*.
Nonostante i dati economici non siano confortanti è giusto segnalare un clima generale di ottimismo, e non certo di rassegnazione: la consapevolezza della leadership tecnologia italiana nel settore e i 18GW di base installata, che impongono attività di operation&maintenance oltre a un’adeguamento dell’infrastruttura, rendono il fotovoltaico italiano ancora vivo!
C’è comunque molto ancora da fare:
- sul piano R&D per ridurre i prezzi dei sistemi di accumulo,
- sul piano SEU per strutturare l’offerta secondo il modello di business tipico delle ESCo, tramite soluzioni finanziarie concepite «ad hoc», in cui il cliente finale non investe.
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