Un’analisi originale è quella proposta dal rapporto dell’Energy&Strategy Group sul mercato delle rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico per la prima volta insieme) , dalla quale emerge un fatto oggettivo: le rinnovabili sono una parte integrante ed ormai irrinunciabile del mix energetico italiano.
I numeri sui quali si appoggia questa conclusione derivano:
dall’esame dell’effetto delle rinnovabili sul PUN, al netto dell’aumento dei costi infrastrutturali, e dall’analisi del volume d’affari complessivo sulle rinnovabili nel 2014.
L’esame dell’effetto delle rinnovabili sul PUN è una valutazione non banale in quanto isolare l’effetto delle rinnovabili sull’abbassamento del costo dell’energia certamente è complesso e, inevitabilmente, soggetto a interpretazioni diverse fra loro in funzione dei “punti di vista”;
L’oggettività delle conclusioni proposte dall’Energy&Strategy Group deriva dall’avere analizzato due scenari limite per quanto concerne la diminuzione del PUN e altrettanti due scenari limite per quanto riguarda il costo aggiuntivo, imputabile alle fonti non rinnovabili, dei costi di dispacciamento, di trasmissione, di distribuzione e di misura.
I due casi estremi relativi all’analisi del PUN sono stati:
- il primo, secondo il quale la riduzione del 27% del prezzo dell’energia dal 2011 al 2014 sia completamente imputabile alle rinnovabili
- il secondo, in base al quale il calo del PUN dovuto alle rinnovabili sia quello «residuale», dopo aver scontato il calo del prezzo delle fonti fossili (gas, carbone, petrolio) e il calo della domanda elettrica e del PIL. In questo caso il calo attribuibile alle rinnovabili è nell’intorno del 16,9%.
I due casi estremi per l’analisi dell’aumento dei costi infrastrutturali sono stati:
- uno scenario limite, nel quale sono stati imputati alle rinnovabili oltre alla componente A3 della bolletta l’80% dei costi di trasmissione, distribuzione e misura ed una quota consistente dei costi di dispacciamento.
- uno scenario conservativo con una quota ridotta di attribuzione dei costi.
Le conclusioni ottenute incrociando tutti questi scenari sono:
l’effetto positivo sul PUN delle rinnovabili ha già oggi mitigato il costo degli incentivi, infatti considerando l’investimento per gli incentivi di circa 11,9 miliardi e l’abbassamento del PUN tra il 27 e il 16,9%, si ha un risultato netto fra i 7 e gli 8,6 miliardi : in pratica è iniziata la fase di rientro dell’investimento.
A queste considerazioni si aggiunge un altro dato :
- il volume d’affari del mercato delle rinnovabili nel 2014 è stato di 6.974 Mld così suddivisi:
3.273- vendita energia, 1.702- mercato primario, 834- Operation&Maintenance, 734-materia prima biomasse, 431- servizi assicurativi.
Una lettura originale di questi numeri, suggerita dall’Energy&Strategy Group, è che a fronte quindi di 1,7 miliardi di Euro di investimenti (quota mercato primario),il comparto delle rinnovabili ha generato ricavi (senza incentivi) per oltre 3,2 miliardi di Euro , ed un valore aggiunto complessivo di 1,2 miliardi diEuro.
Come sempre, i numeri devono essere interpretati e le letture possono essere diverse fra loro. E’ comunque innegabile, al di là delle diverse interpretazioni, che , così come avvenuto anni fa nelle telecomunicazioni, il “boom” è coinciso con una fase drastica di evoluzione tecnologica, di cambiamento dei modelli di business e, perché no, delle logiche e delle spinte lobbistiche dei vari comparti industriali. A questo punto è iniziata una fase di consolidamento, e tutte le aziende che hanno vissuto da protagoniste il boom devono adeguare i loro modelli di business alle nuove esigenze del mercato puntando all’efficienza degli impianti, che devono mantenere se non incrementare la produttività, e all’efficienza delle attività di Operation&Maintenance, che certamente hanno ancora ampi spazi per ottimizzare i costi del servizio lavorando ad esempio sulle economie di scala e evolvendo da una logica “artigianale” a una logica “industriale”.
Il decreto rinnovabili, nel bene e nel male in dirittura d’arrivo, l’evoluzione normativa legate al valore dell’ incentivo fotovoltaico in caso di retrofit e revamping, e altri interventi a venire rientrano certamente nelle valutazioni che ogni azienda dovrà fare per l’immediato futuro, ma non modificano comunque il quadro complessivo.