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Le “Reti d’Impresa” fanno bene alle ESCo


L’efficienza energetica è un concetto nuovo, e completamente nuovo è il modo con cui “fare business” in questo settore. La componente maggiormente innovativa sta nel “mix di competenze” necessarie per potere rendere disponibile sul mercato un’offerta interessante.

Una “brava” ESCo deve infatti avere :

-competenze tecniche impiantistiche, conoscenza dei “driver” di mercato sia del gas che dell’energia elettrica, incluse le rinnovabili,

-competenze legali e  finanziarie, per potere garantire attraverso contratti evoluti i risparmi energetici conseguenti all’intervento , (i contratti EPC, il cui ruolo è sancito dal decreto legge 102/2014 prevedono la condivisione dei rischi fra cliente e fornitore)

-conoscenza della normativa, dimestichezza con i meandri burocratici dei certificati verdi e delle possibili agevolazioni fiscali (in un futuro forse non lontano).

-competenze di processo, buona parte dei risparmi può essere ottenuta da una riorganizzazione dei processi produttivi,

-competenze di informatica e telecomunicazioni, in un contesto che evolve sempre più verso soluzioni SMART GRID

Alle difficoltà di avere queste competenze si aggiungono la certificazione e la registrazione all’AEEG….

Da questo quadro emerge che “diventare ESCo” comporta investimenti importanti in termini di competenze da acquisire per potere avere sul mercato un’offerta competitiva, situazione che favorisce  le “grandi aziende” che hanno “in casa” molte delle competenze necessarie , oltre ad una maggiore capacità di investimento.

D’altro canto, però, il nostro paese è ricco di Piccole Medie Imprese, che rappresentano il vero “cuore pulsante” dell’economia italiana. In questo contesto rientrano imprese professionali con competenze idrauliche, elettriche, impiantistiche, imprese che fino ad oggi hanno ben “servito” il loro mercato proponendo, installando e manutenendo impianti, imprese che hanno già un mercato di riferimento consolidato, ma che devono fare un salto di qualità per ampliare la loro offerta e tenere la loro posizione sul mercato.

Queste imprese devono evolvere, aumentare le loro competenze, disporre di un’offerta integrata, proporre contratti evoluti. Non potendo indirizzare la crescita con investimenti propri è necessario stipulare  accordi con aziende che abbiano  competenze complementari disposte a condividere  un progetto strategico.

Lo strumento per supportare questo tipo di aggregazioni aziendali può essere il “Contratto di Rete”, che permette creare “Reti d’Impresa”  fra aziende che intendono unirsi per aumentare la loro capacità innovativa e competitiva, mantenendo comunque autonomia societaria.

La grande innovazione della rete di imprese è la possibilità di coniugare indipendenza e autonomia imprenditoriale con la capacità di acquisire una massa critica di risorse finanziarie, tecniche e umane, o di know how, in grado di consentire il raggiungimento di obiettivi strategici, altrimenti fuori portata per una piccola impresa”  (fonte Unioncamere)

Esistono già numerosi esempi in questo senso, che invito a raccontare la loro esperienza…

Le competenze sui contratti di rendimento energetico contribuiscono a migliorare l’offerta delle Energy Service Companies


Grande interesse per l’incontro sui contratti EPC (Energy Performance Contract)che ha messo in luce le  importanti implicazioni legali, fiscali e contabili alla base di un rapporto  trasparente fra le ESCo e i loro clienti

Le competenze legali ed amministrative  relative ai “contratti di rendimento energetico” contribuiscono a migliorare l’offerta delle Energy Service Companies: questo è quanto è emerso con grande chiarezza durante l’incontro,  che si è svolto a Milano a fine ottobre,nel quale sono stati messi in luce  gli aspetti innovativi degli Energy  Performance Contracts, che devono regolare il rapporto economico e di prestazione fra le Energy Service Companies e i loro clienti in conformità con le regole del decreto legge 102/2014 (che ha recepito la direttiva europea 27/2012).

L’appuntamento è stato organizzato dalle principali associazioni di categoria coinvolte dal nuovo decreto legge: Assistal (Associazione Nazionale Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo – e Facility Management), Italcogen (Associazione Italiana dei Costruttori e Distributori di Impianti di Cogenerazione) e AssoEsco (Associazione Italiana Energy Service Company), a testimonianza del fatto  che si tratta di un tema caldo da affrontare unendo gli sforzi di tutte le parti interessate a vivere da protagoniste le opportunità offerte dal mercato dell’efficienza energetica.

Durante l’incontro si è più volte fatto riferimento alla nuova definizione del contratto di rendimento energetico che prevede che gli investimenti (lavori, forniture o servizi) realizzati  siano  pagati in funzione del livello di efficienza energetica effettivamente misurata e monitorata durante l’intera durata del contratto.  Ne consegue che la conoscenza approfondita delle implicazioni civilistiche, fiscali e contabili è prerequisito fondamentale per un buon servizio e una collaborazione di lunga durata.

A favorire l’attenzione da parte del numeroso pubblico ha contribuito l’originale impostazione delle relazioni, che ha visto l’alternanza degli interventi di Luca Tiberi ( Studio Legale Mondini Rusconi), di Pietro Bracco (Studio Legale e Tributario Miccinesi e Associati) e di Epifanio D’Angelo (Ginini Group), sottolineando l’importanza di un lavoro di team nella stesura dei contratti, che devono tenere conto delle diverse implicazioni legali ed amministrative  per prevenire malintesi e o diverse interpretazioni, ad esempio legati  all’aliquota IVA da applicare e all’inserimento a bilancio delle diverse voci.

“Il contratto di rendimento energetico rappresenta una tipologia di contratto autonoma e del tutto distinta dai contratti già riconosciuti nel nostro ordinamento (mandato, appalto, locazione, leasing) con i quali presenta solo alcuni profili di somiglianza.” ha affermato Luca Tiberi.

“Dal momento che si tratta di un contratto atipico, cioè privo di una disciplina definita, è necessario identificare con precisione la modalità contrattuale applicabile (leasing, appalto ecc), per individuare il corretto trattamento contabile” ha dichiarato Epifanio d’Angelo.

 “E’ fondamentale in fase di redazione del contratto identificare puntualmente i vari corrispettivi, siano essi in denaro o in natura, dei diversi servizi e beni oggetto del contratto stesso” ha affermato  Pietro Bracco ”per garantire, ad esempio, l’applicazione della corretta aliquota IVA per le singole voci delle prestazioni fornite.

A conclusione dell’incontro è stato dedicato ampio spazio alle domande da parte dei partecipanti, interessati ad approfondire alcuni degli aspetti affrontati. I vertici delle tre associazioni, soddisfatte della partecipazione ottenuta, sono pertanto  d’accordo nel dichiarare  che un  incontro di mezza giornata non è esaustivo per comprendere a fondo tutte le possibili implicazioni e che torneranno  a breve su questi temi per proporre nuove giornate di approfondimento.

 


 

 

 

 

 

 

Verso il mercato delle Piccole Medie Imprese


Le Piccole Medie Imprese sono la struttura portante dell’economia italiana : costituiscono una percentuale del 99,9% delle imprese italiane,  prossima alle media dell’UE (99,8%), ma  il loro contributo all’occupazione è molto più alto (47%) della media europea (30 %), e l’apporto dell’intero settore delle PMI all’occupazione italiana è significativamente maggiore (81%) della media europea (67%). Anche in termini di valore aggiunto, le PMI contribuiscono di più (71,7%) della media europea (58%). (fonte Commissine Europea)

Analizzando il settore delle Medie Imprese del settore manufatturiero (imprese con un fatturato tra i 15 e i 449 Milioni di Euro, e numero di dipendenti compreso fra 50 e 449) troviamo 10.078 aziende, di cui 4.246 nel Nord Ovest, 3.416 nel Nord Est, 1.142 nel Centro Italia e 1.374 nel Centro Sud e nelle Isole.  (fonte Indagine PMI Mediobanca)

Bene, queste 10.000 aziende sono un mercato target importante per le energie rinnovabili, o meglio per aziende in grado di proporre interventi di riduzione della spesa energetica.

Ahimè, le PMI sono uno dei mercati più difficili da aggredire per i seguenti motivi :

  • hanno una forte impronta padronale, in cui quasi sempre proprietà e titolarità d’impresa coincidono
  • il titolare è l’unico interlocutore in grado di prendere decisioni
  • sono fortemente legate al territorio, alla cultura e al linguaggio della loro nicchia di mercato, che è bene in parte conoscere per poterle avvicinare con successo
  • sono aziende in cui il rapporto personale è difficile da raggiungere, ma è duraturo nel tempo in quanto fonte di fiducia e di stima reciproca

Conoscere il loro mondo, il loro linguaggio, il contesto sociale, culturale e relazionale in cui sono immerse e, almeno nelle caratteristiche principali il loro business, è fondamentale per sapere cogliere gli elementi su cui fare leva per “essere presi in considerazione” dal cliente, che è sì un’azienda, ma è al tempo stesso una persona, la persona che guida la sua azienda.

Il settore delle PMI è un mercato da presidiare attraverso agenti, rivenditori, installatori in una filiera commerciale che va costituendosi nella quale si farà strada una figura tecnico –commerciale che sarà l’interlocutore principale dell’azienda cliente, che non ha le risorse né il tempo per conoscere e districarsi in un settore così complesso.

Al fine di orientare i clienti saranno necessarie  società di consulenza  e/o “System Integrator” (termine mutuato da altri mercati), con forti skill commerciali e grande orientamento al cliente che, a seguito di interventi  di audit, proporranno gli interventi necessari ad una diminuzione della spesa energetica attraverso:

  • riorganizzazione dei processi e dei consumi
  • progettazione di impianti di generazione da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, in funzione dell’area geografica e del tipo di azienda)
  • installazione di impianti ad alta efficienza (caldaie a condensazione, pompe di calore, sistemi di cogenerazione………)
  • sistemi efficienti per l’illuminazione e per l’isolamento termico
  • modifiche dei rapporti contrattuali e dei piani tariffari di riferimento con il fornitore di EE o di Gas,

Queste aziende in teoria ci sono già, e sono le ESCo, definite e codificate attraverso decreti legislativi, e accreditate dall’AEEG, ma affinché possano ricoprire questo ruolo  è necessario che si orientino maggiormente al cliente: nella filiera commerciale chi decide è il mercato, non l’Authority.

Fattori critici di successo su questo mercato  saranno comunque, oltre alla qualità dei prodotti,

  • qualità e solidità della relazione con il cliente,
  • investimenti in comunicazione e informazione diretta sugli imprenditori che devono sapere che la spesa energetica si può (e si deve) ridurre : gli strumenti e le tecnologie ci sono, a volte è solo questione di conoscerle.