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Energy Performance Contract: la nuova frontiera dell’efficienza energetica


A Rimini il 3 Novembre Istituzioni e Energy Service Company parlano dell’importanza dei Contratti di Rendimento Energetico nella relazione con i clienti

Il Contratto di Rendimento Energetico (Energy Performance Contract) è lo strumento giuridico che racchiude tutti gli elementi fondamentali che devono regolare il rapporto di fornitura fra le ESCo e i loro clienti, quindi:

  • calcolo e misura dell’efficienza generata,
  • Remunerazione del servizio in proporzione al risparmio ottenuto,
  • basso o addirittura nessun investimento iniziale da parte del cliente.

In pratica nessun rischio per il cliente: è la ESCo, azienda che realizza l’intervento, ad assumersi i rischi finanziari e tecnici dell’intervento.

I principi fondamentali del contratto sono stati impostati dalla regolamentazione europea: questa formula, utilizzata in Europa dagli anni ’80, è stata, infatti, ripresa dalla Direttiva Europea 2012/27 come  “strumento di incentivazione”, per favorire l’introduzione  dell’efficienza energetica presso le aziende, enfatizzando, oltre allo schema economico,  l’importanza della misura e del monitoraggio come parametro contrattuale vincolante ai fini della remunerazione della ESCo.

L’incontro prevede una sessione di approfondimento istituzionale (con la partecipazione di ACCREDIA-Ente Italiano di Accreditamento, di ENEA e dello Studio legale Rödl & Partner) e di una sessione operativa nella quale saranno presentati e discussi esempi concreti di applicazione di EPC in Italia.

“La presenza attorno a uno stesso tavolo di ACCREDIA, di ENEA e dello studio legale Rödl & Partner è testimonianza della complessità e della interdisciplinarietà di questi contratti, oltre che dell’importanza che hanno in questo settore le certificazioni, che sono elementi sostanziali per qualificare l’affidabilità degli operatori, la qualità degli interventi fatti e l’utilizzo di metodologie di lavoro consolidate”, afferma Roberto Olivieri, presidente dell’Associazione.

Appuntamenti di questo tipo rientrano nelle attività svolte dall’Associazione, impegnata oltre che sul fronte istituzionale, nello sviluppo della cultura dell’efficienza energetica. Gli Energy Performance Contract infatti sono strumenti complessi, che coinvolgono aspetti tecnici, finanziari e amministrativi per tutelare al tempo stesso il cliente e il fornitore. E’ importante che siano conosciuti in profondità da ambo le parti.

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La rivoluzione silenziosa dell’efficienza energetica


L’Italia potrebbe avere un ruolo d’avanguardia nel settore dell’efficienza energetica dichiara Monica Frassoni (co-presidente partito verde europeo e presidente di EU-ASE, European Alliance to Save Energy), che nell’incontro organizzato dal Gruppo di Lavoro “Finanza” di Kyoto Club del  22 gennaio 2015, a Roma, ha, fra l’altro, aggiunto:

  • L’Italia è la seconda leader mondiale per efficienza energetica dopo la Germania (Energy Efficiency Finance Forum 2014).
  • Il comparto associato all’efficienza energetica conta oggi oltre 400.000 aziende e oltre 3 milioni di occupati (incluso l’indotto). …che possono migliorare ulteriormente.

In aggiunta si stima che in Italia il mercato legato all’efficienza rappresenti un volume di affari tra il 2% e il 4 % del PIL nazionale con importanti ricadute sulla sicurezza energetica, sui costi dell’energia e sulla sostenibilità ambientale nonché sull’uso razionale delle risorse energetiche.

Dati interessanti, soprattutto considerando che i benefici dell’efficienza energetica si nascondono  in progetti, azioni e comportamenti su cui spesso non è facile avere una visione complessiva. In particolare i benefici economici non si misurano solo in termini di fatturato, ma anche in risparmi , quindi in riduzione dei costi di produzione (quindi competitività acquisita) e nella possibilità di investire quanto risparmiato in nuove attività.

L’innovazione vista da ANIE (Associazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche)


Le aziende ANIE sono fra quelle che investono maggiormente in innovazione , circa il 4% del fatturato, contribuendo in modo significativo all’evoluzione tecnologica di alcuni servizi che impattano in modo positivo sulla qualità della vita di ciascuno di noi.

Questa la sintesi estrema della XIII Giornata della Ricerca ANIE durante la quale ampio spazio è stato dedicato ad aziende fornitrici di tecnologie per l’automazione che hanno presentato, ciascuno dal suo punto di vista, l’evoluzione tecnologica della loro offerta che si sta sviluppando attorno a concetti di sostenibilità, riduzione dei consumi e, in ultima analisi, al miglioramento della qualità dei servizi alle persone. Insomma, At work for a better life, a better world for all, come dal motto di Omron, intervenuta presentando l’esperienza della fabbrica di Ayabe nella quale è stato ridotto un modo significativo l’impatto eco ambientale.

Particolarmente interessanti le presentazioni di :

ABB, in cui i sistemi di monitoraggio e gestione permettono di gestire flussi bidirezionali di energia, fondamentale per l’evoluzione dell’infrastruttura della rete elettrica di media tensione che deve potere gestire anche energia da fonte rinnovabile non programmabile.

SIRTI, che dispone di tecnologie che permettono lo “scavo intelligente”, che riduce i costi e velocizza i tempi di realizzazione di impianto.

Particolarmente stimolanti le presentazioni di :

Gewiss, che nell’ambito delle attività nel settore dell’illuminazione ha dato vita a un progetto innovativo e tutto italiano per sviluppare un sistema di illuminazione a LED “total green” per ambienti industriali/ centri logistici e parcheggi.

AnsaldoBreda, che ha messo in evidenza come un treno della metropolitana, o qualsiasi altro veicolo di un sistema di trasporto pubblico o privato, è “un oggetto IP che comunica”,  esempio concreto di “Internet of Things”.

A concludere l’incontro un’interessante considerazione sul contributo innovativo che può, e deve, nascere da aziende start-up in alta tecnologia che possono contribuire nel far diventare le eccellenze scientifiche prodotti in grado di “creare valore”. A questo proposito è inevitabile un riferimento al “Programma Horizon2020“, che finanzia i progetti per la ricerca e l’innovazione dal 2014 al 2020.

Pur sapendo che l’accesso ai finanziamenti, in pratica, non sarà facile, nè sarà facile un confronto costruttivo fra grandi imprese e piccole start up tecnologiche (in questo il ruolo delle università è fondamentale), uno sguardo ottimista verso il futuro è certamente importante, mi auguro quindi che siano molte le piccole aziende che approfondiranno le possibilità di finanziamento.

A questo proposito riporto quanto scritto sul sito APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea)

 Secondo la Commissione europea, meno del 50% dei partner industriali usa i fondi pubblici in modo strategico e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei sono orientate all’innovazione. Inoltre, le Piccole e Medie Imprese – PMI spesso non sono al corrente dei programmi a supporto dell’internazionalizzazione, nonostante ci sia una forte relazione tra innovazione ed internazionalizzazione, che dovrebbe essere maggiormente sfruttata. Sulla base di queste evidenze, nel periodo di programmazione 2014-2020 la Commissione europea intende supportare le piccole e medie imprese mediante un approccio integrato che sostenga le aziende durante tutto il ciclo innovativo.”

che interpreto come un appello alle PMI italiane a guardare con maggior attenzione alle possibilità di finanziamento e valutare positivamente gli inevitabili vincoli che vanno interpretati come  stimoli positivi verso l’internazionalizzazione.

Gli incentivi sono finiti …. e ora ?


Che l’epoca degli incentivi sia finita è sotto gli occhi di tutti:

  • per le rinnovabili non fotovoltaiche si è in attesa del nuovo decreto che stabilisca le modalità di erogazione a partire dal 2015, si sta comunque avvicinando la soglia dei 5,8 Miliardi di Euro che dovrebbe porre fine agli incentivi del settore.
  • la vicenda del fotovoltaico si riassume citando Alessandro Marangoni (Althesys) :

“i ricavi calano più dei costi: Fotovoltaico 2013/2012 Costi -14,5%, Ricavi -18,3%”.

Le nuove frontiere per le rinnovabili sono quindi i piccoli impanti e/o i SEU con le note incertezze normative relative agli oneri di sistema.

Al di là di delle polemiche e dell’ovvio gioco delle parti fra le associazioni di categoria e le istituzioni (e-gazette, qualenergia), nel tentativo di tirare una coperta comunque troppo corta, la domanda che devono porsi gli imprenditori e tutti i professionisti del settore è : …e ora che si fa?

Alcuni dati sono infatti incontrovertibili:

Nel settore eolico :

  • per i grandi impianti la rendita finanziaria è accettabile solo per siti in grado di garantire almeno 2.000 ore di producibilità annua (scarsamente disponibili oggi in Italia)
  • il minieolico (impianti di taglia < 60kW) si prevede crescerà ancora in futuro rivolgendosi al mercato dei porti, centri sportivi, agriturismi, aziende agricole e pubblica amministrazione

Nel settore fotovoltaico :

  • in Italia il product mix del 2013 ha visto un aumento del 10% nel settore residenziale (potenza >20 KW) e delle medie imprese (potenza < 200 KW)
  • il settore dell’Operation&Maintenance, che nel 2013 ha generato un volume d’affari di 368 mln di Euro inizia ad avere una propria vitalità

Nell’ambito del biogas:

  • la normativa privilegia gli impianti di taglia piccola (potenza media<300kW) e alcuni operatori stranieri sono usciti dal mercato italiano per focalizzarsi su mercati esteri più redditizi
  • nei prossimi anni potrebbe avviarsi il mercato per la produzione di biometano da biogas (è in fase di consolidamento la normativa relativa.

Comunque la si voglia girare la sintesi è che :

  • l’epoca dei grandi impianti di produzione è definitivamente tramontata, lasciando un’importate eredità: un significativo assett di impianti sui quali diventa sempre più importante l’attività di manutenzione e di revamping.
  • il settore dei piccoli impianti continuerà a svilupparsi, secondo logiche commerciali diverse, e con filiere commerciali che andranno definendosi sempre più chiaramente.
  • le ESCo avranno un ruolo chiave se sapranno mantenere saldo il contatto con le medie aziende assumendo un ruolo strategico per l’offerta che propongono e per il presidio di una fetta di mercato
  • i margini sono fortemente diminuiti, è necessario quindi razionalizzare e ottimizzare le attività e investire nelle partnership. Quando i margini diminuiscono lavorare per volumi e sulle economie di scala è fondamentale!
  • è in corso un’importante consolidamento nell’ambito del quale i grandi marchi acquisiscono competenze e quote di mercato (ABB-PowerOne , Bosch-Astrim )

In questo contesto è utile che ciascuno, in particolare le piccole imprese e i professionisti del settore, riflettano accuratamente sulle competenze che hanno, sui loro punti di forza e di debolezza, iniziando a pensare al posizionamento che vorranno avere in un mercato in fase di riorganizzazione e consolidamento.

Il posizionamento sul mercato è una parte importante del marketing, trascurato in Italia in quanto spesso si confonde con la pubblicità, ed è un esempio concreto per capire che il marketing non è un gioco solo da grandi!

L’efficienza energetica vista dall’Energy&Strategy Group


E’ stato mercoledì 4 dicembre il consueto appuntamento dell’ “Energy&Strategy Group” del Politecnico di Milano, con un’affluenza crescente di partecipanti a dimostrazione, oltre che dell’ottimo lavoro svolto, di un certo fermento del mercato.

Di seguito alcune considerazioni sulla giornata.

Non si parla più di incentivi (come giustamente è stato fatto notare da Davide Chiaroni e da Federico  Frattini), ma di modelli di business e di prodotti :  terminata l’era della speculazione, il mercato diventa un “mercato vero”, con prodotti, servizi e…clienti.

….sono solo alcuni esempi degli interventi nel corso delle tavole rotonde.

Fra concorrenza e conflitti di interesse (chi fa la diagnosi è la stessa persona che produce la medicina) il mercato si sviluppa anche se la sensibilità da parte del mondo della domanda è in gran parte ancora da sviluppare.

Forse anche per questo i clienti sono ancora assenti da questi eventi, che sono più concentrati sugli aspetti strategici di sviluppo del business, sull’analisi delle tecnologie coinvolte e sull’impatto degli strumenti di incentivazione proposti.

Stimolante e condivisibile la considerazione di Fondazione Sodalitas  secondo cui la sostenibilità nasce dal basso, su questo aggiungo una considerazione: i manager sono anche consumatori, per questo le campagne di sensibilizzazione sul mercato consumer vanno anche a beneficio del mercato business.

Più spazio agli sponsor, meno alla presentazione del rapporto, che del resto può essere letto : verba volant, scripta manent!

Il tema è vastissimo, molte le tecnologie coinvolte e ampio mercato di riferimento nei diversi target:

il settore cui è associato il maggior potenziale di mercato atteso è il residenziale, pari a 4.300 mln Euro (58% del potenziale globale) seguito dal settore industriale con un potenziale di 2.400 miln Euro(33%del potenziale globale)” (*)

“le tecnologie cui è associato il maggior potenziale di mercato atteso in ambito industriale sono i motori elettrici e l’illuminazione (rispettivamente 466 mln Euro e 355 mln Euro), nel settore residenziale sono superfici opache e pompe di calore (rispettivamente 3.500 mln Euro e 3.000 mln Euro), negli altri settori sono illuminazione e superfici opache (rispettivamente 271 mln Euro e 168 mln Euro)” (*).

Il mercato è in fase di sviluppo e col tempo avremo forse anche la testimonianza dei clienti.

(*) mercato da qui al 2020, fonte Energy&Strategy Group

FOTOVOTAICO 2.0: i nuovi modelli di business


brevissima sintesi del convegno IL FOTOVOLTAICO IN ITALIA OLTRE IL CONTO ENERGIA (SOLAREXPO 2013)

Di seguito quanto emerso nel convegno di ieri, 8 maggio, con più di 350 persone presenti in sala.

Finiti gli incentivi e quindi i modelli di business basati su rendita finanziaria si aprono i seguenti scenari:

  • mercato dell’energia: vendita alla borsa elettrica , direttamente o attraverso trader, dell’energia prodotta dagli impianti
  • mercato “grid parity”: quindi vendita di  impianti all’utente finale.

Il mercato “grid parity”, a sua volta, offre tre  possibilità :

  • la vendita del progetto e la realizzazione di impianti per autoconsumo  a utenti finali il cui vantaggio economico  deriverebbe dall’utilizzo di energia autoprodotta, quindi dalla riduzione della quantità di energia comprata dalla rete.
  • la vendita del progetto e la realizzazione dell’impianto a un produttore locale che si configuri come SEU (Sistema Efficiente di Utenza), con i necessari chiarimenti se il concetto di SEU possa essere esteso a condomini, centri commerciali, distretti industriali.
  • il modello ESCO, quindi il  fotovoltaico visto come parte di un’offerta di efficienza energetica, al pari di cogenerazione, etc.

Nel settore pesano purtroppo ancora grandi incognite:  il concetto stesso di grid parity infatti è messo in discussione con l’ultimo documento di consultazione emesso dall’ Autorità   nel quale si ventila l’ipotesi che gli oneri di sistema in bolletta, evidentemente “risparmiati” nei casi di autoconsumo, debbano essere in qualche modo ripartiti anche sull’energia non prelevata dalla rete.

Certamente interessanti gli interventi di Andrea Marchisio e di Tommaso Barbetti, (eLeMeNS).

I presenti in sala però avrebbero preferito un po’ più di certezze. Le fiere sono un investimento significativo, e ci si va per “vendere”, ma forse diventeremo tutti clienti e fornitori di ENEL e delle grandi utilities,  le quali certamente troveranno modo di gestire, nell’ambito della loro offerta, un 10% e anche più di produzione fotovoltaica.

Anche questo, del resto, sarebbe consolidamento, e forse l’acquisizione di PowerOne da parte di ABB è un primo passo in questa direzione.