Dalla Moldavia ad Abu Dhabi: il profilo internazionale di ASSOESCo


ASSOESCo intensifica le relazioni internazionali

Il gruppo di lavoro ASSOESCo dedicato alle attività internazionali ha recentemente intensificato le sue attività: l’efficienza energetica è infatti un tema di importanza mondiale, e dal confronto con gli altri paesi sulle regole, sulle forme di incentivazione, sul contesto normativo, sui progetti in corso da parte delle Energy Service Company possono nascere interessanti opportunità di collaborazione e di espansione all’estero per le aziende del nostro paese.

In questo contesto si collocano due importanti appuntamenti ai quali ha partecipato l’associazione nel mese di gennaio:

  • l’incontro con una delegazione moldava (*), avvenuto in occasione di due giornate di approfondimento sul tema dell’efficienza energetica organizzate in ENEA.
  • la presentazione di ASSOESCo, avvenuta in occasione del World Future Energy Summit di Abu Dhabi, all’Ambasciata italiana e a Masdar (iniziativa del governo locale dedicata allo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica).

L’appuntamento in ENEA, avvenuto nell’ambito di TAIEX (Technical Assistance Information Exchange Instrument of the European Commission) aveva per obiettivo lo scambio di informazioni sull’evoluzione del settore dell’energia nei due paesi (Italia e Moldavia), per esplorare eventuali possibilità di collaborazione fra i principali “stakeholder” dei due paesi.

Nei due giorni di incontro, nel corso del quale sono stati presentati il contesto normativo vigente in Italia e gli strumenti di incentivazione in atto, con approfondimenti specifici sull’ efficienza energetica negli edifici e in ambito industriale, è stato richiesto ad ASSOESCo un intervento sugli Energy Performance Contract, modello contrattuale evoluto in grado di coniugare aspetti finanziari con aspetti tecnici di monitoraggio, verifica e garanzia dei risultati.

Altrettanto interessanti e promettenti gli incontri di Abu Dhabi, nel corso dei quali è emerso che il rafforzamento della presenza italiana nel settore dell’energia è tra i temi all’attenzione della nostra ambasciata. L’utilizzo sostenibile delle risorse e l’innovazione tecnologica sono infatti alla base della politica di sviluppo del governo emiratino. Dai colloqui con Masdar è emerso che le aree di interesse prioritario sono: efficienza energetica negli edifici, “smart city” e desalinizzazione delle acque.

“La nostra associazione, che comprende imprese con competenze diversificate tutte interessate allo sviluppo dell’efficienza energetica, è l’interlocutore ideale per le delegazioni straniere che vogliano confrontarsi su progetti specifici e trovare competenze e esperienze consolidate”, afferma Antonio Ciccarelli, Vice Presidente di ASSOESCo con delega allo sviluppo delle relazioni internazionali .”Sono fiducioso che da questi contatti, e da quelli che matureranno nel corso dell’anno, potranno nascere opportunità di business per i nostri associati. Non dimentichiamo che nel 2017 la Presidenza di IRENA (International Renewable Energy Agency) sarà assegnata al nostro paese: è bene quindi “fare sistema” fin d’ora per trovarci preparati a cogliere le opportunità che potranno nascere.”

“L’internazionalizzazione delle ESCo rientra fra gli obiettivi che si pone la nostra associazione, le cui attività sono finalizzate da un lato ad affiancare le istituzioni nel processo regolatorio, dall’altro a favorire la crescita e lo sviluppo delle aziende nostre associate in Italia e all’estero”, dichiara Roberto Olivieri, Presidente ASSOESCo.

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EFFICIENZA ENERGETICA PROTAGONISTA SILENTE DI MCE EXPOCONFORT


Alcuni spunti dal convegno di apertura di MCE EXPOCONFORT:

Il settore degli impianti è, all’interno del settore dell’edilizia, un mercato che ha subito la crisi è meno di altri e in cui l’Italia spicca anche per esportazioni.

Sempre maggiore importanza ai costi di esercizio, contesto nel quale la variabile energia ha un ruolo fondamentale: la gestione degli impianti deve essere coniugata con la gestione della risorsa energetica.

Gli impiantisti devono evolvere il loro know-how.

Gli incentivi, e quindi le detrazioni fiscali, hanno senz’altro contribuito alla buona tenuta del settore …..del resto la riqualificazione del patrimonio edilizio è certamente fondamentale!

A me sembra che sia un settore storicamente importante nell’economia italiana,  consolidato, nel quale l’attenzione ai consumi e quindi l’efficienza energetica sia il driver fondamentale dell’innovazione!

ASSOESCo ha richiesto al GSE certezza, trasparenza e tavoli tecnici


 

Il meccanismo dei certificati bianchi, strumento di mercato per favorire la riduzione dei consumi, è quindi utile ai fini del rilancio della competitività delle aziende: per questo motivo all’incontro convocato da Confindustria sono intervenute, insieme ad ASSOESCo, numerose associazioni interessate alla riduzione della spesa energetica (Assocarta, Assovetro, Federchimica, Federacciai, Assistal, Anie, Utilitalia) per testimoniare come le recenti scelte del GSE in relazione al riconoscimento dei certificati bianchi sembrino dettate dalla volontà di scoraggiarne l’utilizzo, con l’evidente rischio di vanificare l’impegno normativo degli anni passati.

“Il meccanismo dei certificati bianchi si deve basare su due principi fondamentali: certezza, evitando cambiamento delle norme con effetto retroattivo e discrezionalità nella loro applicazione, e trasparenza, rendendo pubbliche il numero di proposte di progetto e i programmi di misura (PPPM) non approvati, le richieste di verifica e certificazione dei risparmi (RVC) respinte, i tempi di risposta e contenziosi in essere”,  ha dichiarato durante l’incontro  Roberto Olivieri, Presidente ASSOESCo, “Per questo motivo richiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con la partecipazione del GSE, del Ministero e delle associazioni di categoria per la definizione dei contenziosi, delle baseline per i risparmi e delle nuove linee guida.

“ASSOESCo, associazione delle Energy Service Company, ha recentemente portato a termine un censimento fra i suoi associati dal quale sono emerse numerose criticità nella gestione del riconoscimento dei Certificati Bianchi, con un particolare inasprimento negli ultimi mesi dell’anno” afferma Fabio Grosso, Vicepresidente ASSOESCo. “I dettagli del censimento sono disponibili, e possono essere di supporto per un esame puntuale delle criticità emerse, in un’ottica  di collaborazione con il GSE”.

Durante l’incontro Francesco Sperandini, Presidente del GSE, ha esposto la sua visione del sistema dei certificati bianchi, in base alla quale il meccanismo rientra negli aiuti di stato, e questo  è il motivo del rigetto di numerosi progetti di efficienza energetica avvenuto negli ultimi mesi.

Si è comunque mostrato favorevole alla costituzione di tavoli tecnici con le associazioni confindustriali, anche a seguito dei numerosi interventi da parte dei presenti sulle difficoltà che questa discrezionalità porta al sistema e alle imprese

“Mi auguro che i tavoli tecnici saranno una vera occasione di confronto”, ha ribadito a conclusione dell’incontro Roberto Olivieri, “daremo certamente il nostro contributo. La nostra associazione è sempre stata attiva sul fronte istituzionale, a favore dei nostri associati, ma anche delle aziende nostre clienti. Condurremo quindi, insieme a Confindustria, un’approfondita analisi sulla problematica degli aiuti di stato.”


							

Energy Performance Contract: la nuova frontiera dell’efficienza energetica


A Rimini il 3 Novembre Istituzioni e Energy Service Company parlano dell’importanza dei Contratti di Rendimento Energetico nella relazione con i clienti

Il Contratto di Rendimento Energetico (Energy Performance Contract) è lo strumento giuridico che racchiude tutti gli elementi fondamentali che devono regolare il rapporto di fornitura fra le ESCo e i loro clienti, quindi:

  • calcolo e misura dell’efficienza generata,
  • Remunerazione del servizio in proporzione al risparmio ottenuto,
  • basso o addirittura nessun investimento iniziale da parte del cliente.

In pratica nessun rischio per il cliente: è la ESCo, azienda che realizza l’intervento, ad assumersi i rischi finanziari e tecnici dell’intervento.

I principi fondamentali del contratto sono stati impostati dalla regolamentazione europea: questa formula, utilizzata in Europa dagli anni ’80, è stata, infatti, ripresa dalla Direttiva Europea 2012/27 come  “strumento di incentivazione”, per favorire l’introduzione  dell’efficienza energetica presso le aziende, enfatizzando, oltre allo schema economico,  l’importanza della misura e del monitoraggio come parametro contrattuale vincolante ai fini della remunerazione della ESCo.

L’incontro prevede una sessione di approfondimento istituzionale (con la partecipazione di ACCREDIA-Ente Italiano di Accreditamento, di ENEA e dello Studio legale Rödl & Partner) e di una sessione operativa nella quale saranno presentati e discussi esempi concreti di applicazione di EPC in Italia.

“La presenza attorno a uno stesso tavolo di ACCREDIA, di ENEA e dello studio legale Rödl & Partner è testimonianza della complessità e della interdisciplinarietà di questi contratti, oltre che dell’importanza che hanno in questo settore le certificazioni, che sono elementi sostanziali per qualificare l’affidabilità degli operatori, la qualità degli interventi fatti e l’utilizzo di metodologie di lavoro consolidate”, afferma Roberto Olivieri, presidente dell’Associazione.

Appuntamenti di questo tipo rientrano nelle attività svolte dall’Associazione, impegnata oltre che sul fronte istituzionale, nello sviluppo della cultura dell’efficienza energetica. Gli Energy Performance Contract infatti sono strumenti complessi, che coinvolgono aspetti tecnici, finanziari e amministrativi per tutelare al tempo stesso il cliente e il fornitore. E’ importante che siano conosciuti in profondità da ambo le parti.

…e tu a che fiera vai?


L’autunno è una stagione da sempre ricca di eventi, nel quale si riversano le ultime risorse dei budget di marketing per seminare sperando in un buon raccolto l’anno successivo.

In  particolare nel settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, settori sempre più convergenti,  si trova un programma fittissimo di fiere e convegni fra cui, per esempio:

http://www.world-efficiency.com/  (Parigi, 13-15 ottobre)

http://www.solarpraxis.de/en/conferences/forumsolarpraxis/general-information/ (Berlino, 26-27 novembre)

http://www.solarassetmanagementeu.com/ (Milano, 20 -21 ottobre)

http://fimai.com.br/ (Sao Paolo, Brasile 11-13 novembre)

http://www.european-utility-week.com/ (Vienna, 3-5 novembre)

Focalizzandoci in Italia esiste una fittissima agenda di appuntamenti sull’efficienza energetica fra cui:

http://www.smartenergyexpo.net/(Verona, 14-16 ottobre)

http://www.saie.bolognafiere.it/ (Bologna 14-17 ottobre)

http://www.keyenergy.it/ (Rimini, 3 – 6 novembre) ambedue arricchiti da una fitta agenda di convegni che servono per fare il punto sull’evoluzione del settore.

E tu a che fiera vai?

Retail Energy 2015: l’efficienza energetica vista dalla grande distribuzione


Un folto pubblico era presente alla tavola rotonda sull’efficienza energetica nel corso della quale sono emerse, da parte dei Direttori Tecnici e/o Energy Manager di Auchan, Leroy Merlin, Bennet  moderati da Enrico Biele del FIRE, le seguenti considerazioni:

“la semplica misura dei consumi permette di risparmiare dal 2% all’8%”, perché non incentivarla ?

“i sistemi di monitoraggio portano elevati risparmi, andrebbero incentivati”

“l’illuminazione a led a la chiusura dei banchi frigo  sono ammortizzabili in soli tre anni”

“è necessario educare gli uffici acquisti, che devono potere valutare gli investimenti non solo  sul la base del prezzo dei macchinari o degli interventi, ma sui risparmi generati”

“le certificazioni EGE dovrebbero essere un premio e non un obbligo, passando da una logica coercitiva a una logica incentivante”

Per concludere l’interessante citazione, da parte di Fausto Zaccarini di Enerqos, di uno studio  in base al quale la spesa energetica nella GDO pesa tra l’1,5% e il 3%,……troppo poco forse per meritare l’attenzione che deve!

Finalmente al dibattito prendono parte, oltre che fornitori, i rappresentanti di aziende della domanda!

Rinnovabili 2015: è necessario cambiare prospettiva


Un’analisi originale è quella proposta dal rapporto dell’Energy&Strategy Group sul mercato delle rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico per la prima volta insieme) , dalla quale emerge un fatto oggettivo: le rinnovabili sono una parte integrante ed ormai irrinunciabile del mix energetico italiano.

I numeri sui quali si appoggia questa conclusione derivano:

dall’esame dell’effetto delle rinnovabili sul PUN, al netto dell’aumento dei costi infrastrutturali, e dall’analisi del volume d’affari complessivo sulle rinnovabili nel 2014.

L’esame dell’effetto delle rinnovabili sul PUN è una  valutazione non banale in quanto isolare l’effetto delle rinnovabili sull’abbassamento del costo dell’energia certamente è complesso e, inevitabilmente, soggetto a interpretazioni diverse fra loro in funzione dei “punti di vista”;

L’oggettività delle conclusioni proposte dall’Energy&Strategy Group deriva dall’avere analizzato due scenari limite per quanto concerne la diminuzione del PUN e altrettanti due scenari limite per quanto riguarda il costo aggiuntivo, imputabile alle fonti non rinnovabili, dei costi di dispacciamento, di trasmissione, di distribuzione e di misura.

I due casi estremi relativi all’analisi del  PUN sono stati:

  • il primo, secondo il quale la riduzione del 27% del prezzo dell’energia dal 2011 al 2014 sia completamente imputabile alle rinnovabili
  • il secondo, in base al quale il calo del PUN dovuto alle rinnovabili sia quello «residuale», dopo aver scontato il calo del prezzo delle fonti fossili (gas, carbone, petrolio) e il calo della domanda elettrica e del PIL. In questo caso il calo attribuibile alle rinnovabili è nell’intorno del 16,9%.

I due casi estremi per l’analisi dell’aumento dei costi infrastrutturali sono stati:

  • uno scenario limite, nel quale sono stati imputati alle rinnovabili oltre alla componente A3 della bolletta l’80% dei costi di trasmissione, distribuzione e misura ed una quota consistente dei costi di dispacciamento.
  • uno scenario conservativo con una quota ridotta di attribuzione dei costi.

Le conclusioni ottenute incrociando tutti questi scenari sono:

l’effetto positivo sul PUN delle rinnovabili ha già oggi mitigato il costo degli incentivi, infatti considerando l’investimento per gli incentivi di circa 11,9 miliardi e l’abbassamento del PUN tra il 27 e il 16,9%, si ha un risultato netto fra i 7 e gli 8,6 miliardi : in pratica  è iniziata la fase di rientro dell’investimento.

A queste considerazioni si aggiunge un altro dato :

  • il volume d’affari del mercato delle rinnovabili nel 2014 è stato di 6.974 Mld così suddivisi:

3.273- vendita energia,  1.702- mercato primario, 834- Operation&Maintenance, 734-materia prima biomasse, 431- servizi assicurativi.

Una lettura originale di questi numeri, suggerita dall’Energy&Strategy Group, è che a fronte quindi di 1,7 miliardi di Euro  di investimenti (quota mercato primario),il comparto delle rinnovabili ha generato ricavi (senza incentivi) per oltre 3,2 miliardi di Euro , ed un valore aggiunto complessivo di 1,2 miliardi diEuro.

Come sempre, i numeri devono essere interpretati e le letture possono essere diverse fra loro. E’ comunque innegabile, al di là delle diverse interpretazioni, che , così come avvenuto anni fa nelle telecomunicazioni, il  “boom” è coinciso con una fase  drastica  di evoluzione tecnologica, di cambiamento dei modelli di business e, perché no, delle logiche e delle spinte lobbistiche dei vari comparti industriali. A questo punto è iniziata  una fase di consolidamento,  e tutte le aziende che hanno vissuto da protagoniste il boom devono adeguare i loro modelli di business alle nuove esigenze del mercato puntando all’efficienza degli impianti, che devono mantenere se non incrementare la produttività, e all’efficienza delle attività di Operation&Maintenance, che certamente hanno ancora ampi spazi per ottimizzare i costi del servizio lavorando ad esempio sulle economie di scala e evolvendo da una logica “artigianale” a una logica “industriale”.

Il decreto rinnovabili, nel bene e nel male in dirittura d’arrivo, l’evoluzione  normativa legate al valore dell’ incentivo  fotovoltaico in caso di retrofit e revamping, e altri interventi a venire  rientrano certamente nelle valutazioni che ogni azienda dovrà fare per l’immediato futuro, ma non modificano comunque il quadro complessivo.

La condivisione di competenze e di esperienze fra le aziende associate è uno dei principali punti di forza di Assoesco, ed è la formula che garantisce un vasto pubblico ai suoi convegni


Più di 120 persone hanno affollata la sala Amber del Centro Congressi di Milano per assistere al convegno organizzato da Assoesco a Solarexpo, dando prova di quanto, in un mercato giovane, sia importante condividere conoscenze ed esperienze.

Durante il convegno, realizzato con la collaborazione di cinque aziende associate si è affrontato il tema della nuova normativa SEU e sono stati presentati alcuni casi di interventi di efficienza energetica, mettendo in evidenza le principali attività sviluppate dell’associazione:

  • l’attività istituzionale, quindi la partecipazione attiva al processo normativo e l’aggiornamento in tempo reale verso gli associati delle opportunità e delle implicazioni concrete che derivano delle nuove regole
  • l’attività di informazione del mercato, per creare sensibilità e cultura sugli effetti positivi nei bilanci aziendali derivati dagli interventi di efficienza energetica.

Un ricca sessione di domande e risposte ha permesso di approfondire alcuni aspetti legati alle regole applicative per  la qualifica degli impianti in configurazione SEU (Sistemi Efficienti di Utenza) e SEESEU (Sistemi Esistenti Equivalenti ai Sistemi Efficienti di Utenza).Le nuove regole, infatti, da un lato offrono  l’opportunità ad un vasto numero di impianti di beneficiare della decurtazione degli oneri generali di sistema sull’energia auto consumata, dall’altro presentano ancora alcune criticità oggettive.

La nuova normativa fornisce comunque nuovi stimoli all’evoluzione tecnologica del settore, infatti i SEU devono non solo rispondere ai requisiti tecnici e normativi, ma devono anche dimostrare di essere efficienti per i loro utilizzatori (il cliente e il produttore), giustificando la conclusione di contratti bilaterali a medio/lungo termine.

Molto interessanti i casi presentati di interventi realizzati:

La diagnosi energetica svolta nella Fabbrica di Liquirizia Amarelli ha messo in evidenza lo “stato di salute energetico” dell’opificio ed ha fornito tutte le informazioni utili al management aziendale per valutare dove intervenire , con un prospetto costi/benefici e dei tempi di rientro dell’investimento relativo agli interventi ipotizzati.

Presso lo  stabilimento di Tessuti di Sondrio,  azienda tessile del Gruppo Marzotto specializzata nella tintoria e nel fissaggio dei tessuti, sono stati installati tre scambiatori di calore per recuperare il refluo caldo proveniente dall’impianto e cedere il calore recuperato all’acqua pulita destinata ad alimentare nuovamente i processi produttivi. L’intervento ha permesso di ottenere  un’efficienza termica costante e superiore all’85%.

L’intervento di efficientamento realizzato nell’autorimessa di un centro commerciale,  grazie all’ottimizzazione del sistema di illuminazione,  ha garantito una riduzione della spesa energetica del 20% ed è stato regolato da un contratto EPC della durata di 5 anni.

Fotovoltaico 2015: work in progress!


24 febbraio 2015, con la partecipazione di circa 1.000 persone, e la presenza di aziende che con la loro sponsorizzazione hanno permesso lo svolgersi della manifestazione, si è tenuta a Milano Invex 2015:  una giornata di studio, oltre che un evento di marketing, che ha fatto il punto  su quali saranno gli sviluppi del settore fotovoltaico, in cui normativa e evoluzione tecnologica viaggiano insieme da molti punti di vista.

I principali temi affrontati sono stati:

  • i sistemi di accumulo, che a seguito della delibera 574/2014 diventeranno parte attiva dell’infrastruttura di rete dei prossimi anni,
  • i SEU relativamente ai quali l’avere  fissato gli oneri di sistema per l’autoconsumo (delibera  609/2014 ), permette di fare valutazioni economiche oggettive sulla convenienza dell’investimento per il produttori e dei vantaggi economici per le imprese che intendano acquistarne l’energia.

Purtroppo, però, gli economics sui sistemi di accumulo sono ancora critici: ad esempio per arrivare a rendere conveniente l’installazione di un sistema di accumulo sul mercato domestico, che nel 2014 ha rappresentato quasi il 60% della potenza complessiva installata, è necessaria una riduzione di prezzo significativa o, forse, estendere la detrazione fiscale anche ai sistemi di accumulo.

A questo proposito le analisi dell’Energy&Strategy Group riportano un IRR che varia dal 3% al 5,4%, raggiungendo la soglia del 6% solo nel Sud Italia, in caso di autoconsumo superiore al 50%, oppure sottodimensionando la taglia dell’ impianto (per esempio 2,4 kWp anziché gli standard 3kWp)

Per i SEU invece, l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, dopo di una precisa analisi economica sul ritorno dell’investimento per il produttore e sulla convenienza per il consumatore, dichiara che un’interessante opportunità di  mercato è rappresentata dalle  PMI in settori non energivori e nel terziario, con consumi annui nell’intervallo compreso tra 400 e 2.000 MWh, aziende  che costituiscono una grande parte dell’economia italiana (e contano per circa 60TWh di consumo elettrico annuo – circa il 20% della domanda elettrica nazionale al 2013)*.

Nonostante i dati economici non siano confortanti è giusto segnalare un clima generale di ottimismo, e non certo di rassegnazione: la consapevolezza della leadership tecnologia italiana nel settore e i 18GW di base installata, che impongono attività di operation&maintenance oltre a un’adeguamento dell’infrastruttura, rendono il fotovoltaico italiano ancora vivo!

C’è comunque molto ancora da fare:

  • sul piano R&D per ridurre i prezzi dei sistemi di accumulo,
  • sul piano SEU per strutturare l’offerta secondo il modello di business tipico delle ESCo,  tramite soluzioni finanziarie concepite «ad hoc», in cui il cliente finale non investe.

Le “Reti d’Impresa” fanno bene alle ESCo


L’efficienza energetica è un concetto nuovo, e completamente nuovo è il modo con cui “fare business” in questo settore. La componente maggiormente innovativa sta nel “mix di competenze” necessarie per potere rendere disponibile sul mercato un’offerta interessante.

Una “brava” ESCo deve infatti avere :

-competenze tecniche impiantistiche, conoscenza dei “driver” di mercato sia del gas che dell’energia elettrica, incluse le rinnovabili,

-competenze legali e  finanziarie, per potere garantire attraverso contratti evoluti i risparmi energetici conseguenti all’intervento , (i contratti EPC, il cui ruolo è sancito dal decreto legge 102/2014 prevedono la condivisione dei rischi fra cliente e fornitore)

-conoscenza della normativa, dimestichezza con i meandri burocratici dei certificati verdi e delle possibili agevolazioni fiscali (in un futuro forse non lontano).

-competenze di processo, buona parte dei risparmi può essere ottenuta da una riorganizzazione dei processi produttivi,

-competenze di informatica e telecomunicazioni, in un contesto che evolve sempre più verso soluzioni SMART GRID

Alle difficoltà di avere queste competenze si aggiungono la certificazione e la registrazione all’AEEG….

Da questo quadro emerge che “diventare ESCo” comporta investimenti importanti in termini di competenze da acquisire per potere avere sul mercato un’offerta competitiva, situazione che favorisce  le “grandi aziende” che hanno “in casa” molte delle competenze necessarie , oltre ad una maggiore capacità di investimento.

D’altro canto, però, il nostro paese è ricco di Piccole Medie Imprese, che rappresentano il vero “cuore pulsante” dell’economia italiana. In questo contesto rientrano imprese professionali con competenze idrauliche, elettriche, impiantistiche, imprese che fino ad oggi hanno ben “servito” il loro mercato proponendo, installando e manutenendo impianti, imprese che hanno già un mercato di riferimento consolidato, ma che devono fare un salto di qualità per ampliare la loro offerta e tenere la loro posizione sul mercato.

Queste imprese devono evolvere, aumentare le loro competenze, disporre di un’offerta integrata, proporre contratti evoluti. Non potendo indirizzare la crescita con investimenti propri è necessario stipulare  accordi con aziende che abbiano  competenze complementari disposte a condividere  un progetto strategico.

Lo strumento per supportare questo tipo di aggregazioni aziendali può essere il “Contratto di Rete”, che permette creare “Reti d’Impresa”  fra aziende che intendono unirsi per aumentare la loro capacità innovativa e competitiva, mantenendo comunque autonomia societaria.

La grande innovazione della rete di imprese è la possibilità di coniugare indipendenza e autonomia imprenditoriale con la capacità di acquisire una massa critica di risorse finanziarie, tecniche e umane, o di know how, in grado di consentire il raggiungimento di obiettivi strategici, altrimenti fuori portata per una piccola impresa”  (fonte Unioncamere)

Esistono già numerosi esempi in questo senso, che invito a raccontare la loro esperienza…