FOTOVOLTAICO 2.0 …..


Le proposte di intervento “immediate” fatte da GIFI al prossimo governo nel corso di un incontro svolto il 19 febbraio a Milano sono stati:

  • chiarire/prolungare la scadenza attuale delle detrazioni fiscali in ambito ristrutturazione edilizia, nonché estenderne l’applicabilità attualmente esclusiva alle persone fisiche
  • facilitare l’accesso al credito attraverso un fondo speciale, ad esempio il Fondo Rotativo di Kyoto
  • modello unico semplificato per le procedure autorizzative
  • estendere fino a 1 MW la soglia per usufruire dello Scambio Sul Posto
  • la pubblicazione delle delibere sui Sistemi Efficienti di Utenza (SEU) e Reti interne di utenza (RIU).

A queste si aggiungono altre richieste (per dovere di sintesi non riportate) e una ridiscussione della Strategia Elettrica Nazionale.

Tutti i rappresentanti politici presenti (PD, PDL e SEL) hanno condiviso le richieste considerate attuabili molto rapidamente….

La domanda che a me sorge spontanea è:

esiste una stima del mercato potenziale, e quindi della potenza installata che si potrebbe raggiungere in questo modo nei prossimi anni?

Da una  stima del mercato, a questo punto abbastanza circoscritto, è possibile valutare anticipatamente e in modo oggettivo gli impatti concreti positivi di questi provvedimenti.

Aggiungo, prendendo a spunto Giorgio Gaber : le FER sono di destra o di sinistra? La semplificazione della burocrazia è di destra o di sinistra?

Complimenti comunque a Valerio Natalizia (presidente ANIE/GIFI) e a Emanuele Martinelli (Direttore Editoriale Energia Media) per avere saputo concentrare l’incontro in un paio d’ore, evitando spunti polemici.

Efficienza Energetica : un fine o un mezzo?


Le “big” (ENI, ENEL, EDISON, SORGENIA, EON,…) promuovono le energie  rinnovabili, l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi.

Sembra un “controsenso”, aziende che devono buona parte dei loro profitti alle energie fossili e che per “mission” non dovrebbero favorire l’ ”autoproduzione” si dedicano, per motivi di immagine o di strategia commerciale, a divulgare i concetti di risparmio energetico :

ENEL, attraverso Enel Green Power , leader mondiale della produzione di energia da fonte rinnovabile,  e la rete Enel Green Power Retail propone ai privati impianti di energia rinnovabile  “chiavi in mano” .  Propone   ai suoi clienti “tradizionali” il servizio di Certificazione Energetica.

ENI propone ai suoi clienti un servizio di “check-up energetico”        e investe in attività di ricerca sulle rinnovabili e sui danni inflitti al territorio.

EDISON ha una business unit dedicata all’efficienza energetica  in grado di intervenire anche finanziariamente secondo il modello ESCo.

EON offre ai privati servizi di certificazione energetica e  ed è propositiva sul mercato delle imprese aiutandole a realizzare interventi di efficienza energetica e a ottenere i benefici economici conseguenti (TEE).

SORGENIA propone alle imprese Servizi di Efficienza Energetica, e offre ai privati prodotti per il monitoraggio e la gestioni dei consumi un ambito domestico. Sono alcuni esempi  dall’analisi dei quali si comprende che i concetti di risparmio energetico e di energie rinnovabili stanno diventando componenti abbastanza importanti dell’offerta che queste aziende veicolano  sul mercato:  per avere un’offerta completa, per differenziarsi dalla concorrenza, per “attrarre” nuovi clienti. In sintesi, l’efficienza energetica, e un po’ anche le rinnovabili, sono per queste aziende  uno “strumento di vendita”. Ben venga! Queste aziende hanno budget di marketing consistenti e con queste loro azioni creano cultura sul mercato che va a beneficio di tutti!

Ragionare per mercati: strategie commerciali verso le imprese


In base al report sull’efficienza energetica in impresa dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano emerge che la riduzione potenziale dei consumi energetici in ambito industriale da qui al 2020 è pari a 64 TWh (riferimento al settore elettrico).

Tuttavia a causa del contesto normativo e della scarsa cultura dell’efficienza energetica l’obiettivo plausibile è dell’ordine di 16TWh.

In questo contesto è senz’altro utile, oltre alle azioni di sensibilizzazione del mercato, attivare azioni commerciali che permettano di concretizzare questi business.

Anche in questo caso può essere d’aiuto “ragionare per mercati” rispondendo alle domande : a chi vendere?, cosa vendere?, come vendere? ..

A chi vendere? Per esperienza da altri settori chi propone interventi di efficienza energetica è bene si rivolga direttamente alla Direzione Generale con un messaggio che deve focalizzare come aumentare la competitività dell’impresa riducendo l’impatto dei costi energetici sul margine operativo lordo.

E’ importante sottolineare come questo approccio sia più facilmente perseguibile lavorando per mercati verticali e in questo può essere d’aiuto il Report dell’Energy&Strategy Group che analizza l’impatto della bolletta elettrica sul Margine Operativo Lordo nei diversi comparti industriali :

prodotti per l’edilizia  220%, vetro 51%, metallurgia 204%, carta 8,2%, chimica 151%, alimentare 27%, tessile 28%, meccanica 204% (dati riferiti al 2010).

Avere queste informazioni e conoscere  i modelli di business delle singole imprese permette di interloquire sul piano strategico e quindi potersi relazionare con la Direzione Generale.

Qualora la Direzione Generale non sia sensibile al tema è opportuno non procedere oltre con l’azione commerciale: se la variabile energetica non è percepita come “strategica” l’Energy Manager ha un ruolo meramente tecnico  con scarsa possibilità di interferire sulle decisioni aziendali.

Viceversa se l’azione commerciale riesce a stimolare l’interesse della Direzione l’Energy Manager ha modo di aumentare la sua visibilità in azienda.

Lavorare per mercati verticali permette inoltre di ridurre gli investimenti in fase prevendita: aziende “simili”  hanno processi “simili” e quindi gli audit energetici potranno essere in una certa misura “standardizzati” con benefici sul piano dei costi.

Cosa vendere ? La risposta a questa domanda è, a questo punto, immediata: si deve vendere un “risparmio”.Ne consegue che la proposizione commerciale vincente è quella delle ESCo: una proposta di carattere economico/finanziario per conseguire la quale sono necessari interventi tecnici e interventi organizzativi.

Come vendere ? Questa è la domanda più difficile e la risposta deve essere cercata nel mercato:

ESCo è un “modello di business” e non ancora un “canale di vendita”, anche se forse lo diventerà.   Man mano che il mercato maturerà e che la variabile energia sarà percepita come strategica, il modello ESCo potrà diffondersi e gli attuali operatori che vendono, gestiscono, installano impianti, e che oggi in gran parte hanno relazioni consolidate con i clienti finali, dovranno evolvere la loro proposizione commerciale orientandola verso l’efficienza energetica e i benefici economici conseguenti

Questa è un’opinione, naturalmente, e non una previsione: i mercati sono vivi e le regole sono stabilite in maniera naturale dalle relazioni fra domanda e offerta. Per questo è difficile se non impossibile fare previsioni su come evolverà filiera commerciale.

Ragionare per mercati: il settore delle imprese


Come già analizzato in precedenza il mercato delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica è estremamente ampio, coinvolge tecnologie molto diverse fra loro ed è supportato da formule di incentivazione che costringono a una complessa burocrazia. Analizzando il segmento di mercato delle imprese, in  particolare piccole e medie, in relazione all’efficienza energetica appaiono evidenti alcuni punti :

  • l’impatto della bolletta energetica sul margine operativo lordo è piuttosto significativo :24% medio nel 2007, 34% medio nel 2010, complice anche la crisi che ha ridotto le marginalità (fonte Energy Strategy Group);
  • il costo dell’energia per queste imprese è elevato : in media ogni azienda italiana spende l’anno, per l’energia elettrica, 5932 euro in più rispetto ad un’azienda europea (fonte Confartigianato);
  • raramente esiste una figura di riferimento all’interno dell’azienda (Energy Manager) e quand’anche esista è una figura tecnica con scarso potere decisionale (fonte Il sole24ore),
  • gli operatori del settore offerta, ESCo, consulenti energetici, etc., faticano a trovare un interlocutore anche solo per proporre audit energetici a titolo gratuito (fonte interviste dirette con le aziende)

Questo quadro è quanto meno contradditorio : da un lato la spesa energetica è alta , dall’altro si fa poco per ridurla. Sembra che per i manager e per gli imprenditori italiani la spesa energetica sia “un male necessario”;  forse tentano di ridurla sollecitati dalla concorrenza fra operatori, ma comunque non hanno alcun atteggiamento proattivo e “la variabile energia” non ha alcuna rilevanza strategica nell’organizzazione aziendale. Questo è un dato di fatto e spiega le grandi difficoltà di chi propone interventi di efficienza energetica o semplicemente “audit energetici”, ma anziché dilungarsi sul perché questo accade) è importante ragionare su come “sensibilizzare gli imprenditori”, e su quale sia la strategia commerciale da utilizzare. La “sensibilizzazione” del mercato è fondamentale e deve essere affrontato tenendo presente che ogni iniziativa in questo senso è un investimento di medio/lungo periodo che non porta a risultati immediati. E’ necessario “creare cultura”, e per questo investimenti di marketing dilazionati nel tempo sulla base di un’accurata pianificazione che preveda : – investimenti coerenti con i risultati attesi anno per anno:  inutile bruciarsi subito tutte le munizioni, – investimenti ripartiti equamente sulla sensibilizzazione del “cliente finale” e sull’organizzazione della struttura di vendita che dovrà essere pronta a raccogliere i frutti quando il mercato (e quindi i clienti) saranno “maturi”. Ai fini di una maggior sensibilizzazione del management delle imprese al tema del risparmio energetico può essere interessante svolgere attività promozionale attraverso le numerose associazioni di impresa presenti sul territorio nazionale (assoimprese , confapi, , assomec , etc….,) . Partecipare, proporre, organizzare, sponsorizzare piccoli incontri tematici, soprattutto a livello locale, coinvolgendo direttamente imprenditori che possano testimoniare casi di successo è certamente un ottimo strumento per creare cultura e entrare in relazione diretta con gli imprenditori che devono essere il “target” di azioni di marketing in questo settore. Nelle azioni di sensibilizzazioni, e non solo, certamente hanno un ruolo fondamentale i fondi disponibili dalle regioni , anche se in questo difficile momento di congiuntura economica saranno sempre più scarsi. Un caso interessante in questo senso, anche se per i motivi sopra esposti difficilmente replicabile è stato il progetto Trend della Regione Lombardia. L’aspetto chiave comunque è che il tema del risparmio energetico “esca dal mondo degli esperti”, per diventare un tema nell’agenda dei Direttori Generali.

Ragionare per mercati può aiutare anche per le fiere


Solarexpo, la più grande manifestazione fieristica del fotovoltaico, protagonista di importanti momenti di discontinuità che hanno contribuito a “eleggerla” punto di incontro privilegiato  per gli operatori del settore, amplia la sua area di interesse e cerca di attrarre tutti gli operatori attivi nei mercati delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Il nuovo brand è “The Innovation Cloud”, termine che evoca modelli tecnologici di informatica distribuita,  forse per attrarre espositori del mondo informatico ancora grandi assenti del settore .

Solarexpo resta, naturalmente, in quanto brand consolidato e fortemente legato al mondo dell’energia solare, ma il drastico ridimensionamento degli operatori del fotovoltaico e le incertezze sul solare termico inducono ad ampliare lo sguardo a tutte le energie rinnovabili e anche ai sistemi di efficienza energetica.

Da fiera di prodotto, o comunque da esposizione mono tecnologica, la manifestazione evolve cercando di diventare un punto di incontro fra le diverse tecnologie che , ciascuna a  suo modo, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto.

L’obiettivo è evidente e condivisibile: ampliare il mercato di riferimento, inteso come numero di espositori interessati.  Peccato che la mancanza di focalizzazione rappresenti un grosso rischio. In un momento di crisi economica, di riduzione dei budget e di rivisitazione del concetto stesso di marketing (*), per attrarre espositori è necessario indirizzare con precisione il loro mercato target e, in particolare nel BtoB, favorire  l’incontro fra operatori della filiera commerciale.

Le nuove tecnologie e l’evoluzione degli schemi di incentivazione  modificano i modelli di business e impongono che gli operatori del “valore aggiunto” (installatori, rivenditori, e tutti quelli che sono a contatto con il cliente finale) amplino le loro conoscenze, il loro portafoglio prodotti e le relazioni con i produttori di tecnologie innovative.

Per favorire lo sviluppo di conoscenze e relazioni fra operatori di una stessa filiera commerciale potrebbe essere utile che “The Innovation Cloud” , manifestazione di natura tecnologica, fornisca anche dei percorsi “per mercato”, ad esempio attraverso i convegni.

L’approfondimento delle relazioni di concorrenza e/o di complementarietà fra le diverse tecnologie all’interno dei singoli mercati (residenziale, pubblica amministrazione, industria manifatturiera, industria chimica, industria alimentare, etc..), delle opportunità commerciali e degli spunti competitivi che possono nascere dall’integrazione potrebbero  rappresentare un’occasione unica di confronto sul  panorama italiano.

Le filiere commerciali sono organizzate per mercati, per attrarre le filiere, quindi, può essere d’aiuto  “ragionare per mercati”.

(*)in particolare nel BtoB è in atto una tendenza a favorire eventi con forte orientamento allo sviluppo di relazioni piuttosto che alla presentazione di nuovi prodotti

Ragionare per mercati: il settore residenziale


Il mercato delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica è estremamente ampio e coinvolge tecnologie molto diverse, da quelle che consentono la riduzione dei consumi (sistemi di illuminazione artificiale, caldaie a condensazione, sistemi di domotica, …) a quelle che permettono di autoprodurre energia elettrica e di poterlo fare da fonte rinnovabile (pannelli fotovoltaici, pale eoliche, impianti a biomassa).

Prodotti e soluzioni molto diversi, a volte concorrenti a volte complementari, che si compongono in complicato puzzle che permette al nostro paese di aderire agli impegni previsti dal “Protocollo di Kyoto”.

A complicare le cose le formule di incentivazione (dai certificati energetici agli incentivi dei diversi conti energia, fino alle agevolazioni fiscali) che, anch’esse sotto il titolo “Pacchetto di Kyoto” cercano di stimolare il mercato favorendo a seconda dei casi la  realizzazione di impianti di produzione da fonte rinnovabile, la realizzazione di progetti di efficienza energetica, raramente l’utilizzatore finale attraverso agevolazioni fiscali.

In una situazione così complessa di prodotti, tecnologie e  formule di incentivazione  non è semplice individuare il proprio “cliente target”, né la formula commerciale più adatta a “penetrare” il proprio mercato di riferimento.

Per potere iniziare un percorso di marketing strategico o, più semplicemente, per rispondere alle domande: a chi vendere? chi sono i miei concorrenti? come posso differenziarmi? come vendere ? può essere utile cambiare il punto di vista, cioè ragionare dal punto di vista del cliente.

Ragionare per mercati anziché per prodotti  può essere utile per analizzare eventuali criticità nel processo di vendita, individuare i canali e le formule commerciali più idonee nei diversi casi.

A titolo di esempio si osservi il mercato residenziale: è il mercato target per sistemi di illuminazione artificiale e di domotica, caldaie a condensazione, stufe a pellet, ma anche per impianti fotovoltaici e mini eolici. La lista è lunga e non vale la pena dilungarsi. Da notare, però, che i sistemi legati alla riduzione dei consumi (lampadine a basso consumo, stufe a pellet) o alla produzione più efficiente di calore (caldaie a condensazione)  di fatto rappresentano soluzioni “nuove” a problemi “vecchi” e per questo hanno immediatamente trovato il canale commerciale di sbocco. In altri termini si è trattato di casi in cui la risposta alle domande chi sono i miei clienti/chi sono i miei concorrenti sono state immediate, di conseguenza non è stato difficile ragionare sul come differenziarsi (come posizionarsi sul mercato) e come vendere (canali di venditastrategia di comunicazione).

Definito con chiarezza il vantaggio competitivo delle nuove soluzioni i canali di vendita tradizionali hanno immediatamente recepito le nuove soluzioni proposte e le hanno veicolate rapidamente sul mercato.

Diverso è introdurre fotovoltaico e minieolico sul mercato residenziale, come alcuni giustamente, iniziano a fare.

Qual è il fattore critico di successo? Come posizionarsi sul mercato? A chi si vende? “Cosa” si vende (un prodotto o una soluzione)?

L’autoproduzione di energia elettrica è un concetto nuovo, che certamente desta interesse ma che, al di fuori da schemi speculativi, non è facile da dimostrare. L’analisi dei consumi elettrici non rientra nelle nostre abitudini, né si può prescindere da un’attività di consulenza e progettazione che sia in grado di valutare in che misura un impianto di autoproduzione possa introdurre, nel tempo, risparmi in bolletta.

In questa situazione non è facile trovare il giusto “modello di business”: è necessario “creare” una rete di vendita, ma la reti di vendita sono molto efficaci nei mercati maturi, ove i clienti già sanno cosa vogliono e perché lo vogliono, un po’ meno dove l’offerta va spiegata e giustificata, dove il processo di vendita è lungo e i costi  commerciali associati possono essere elevati.

Per potere vendere sul mercato residenziale servono “i volumi: per garantire  le economie di scala, per ottenere formule finanziarie direttamente accessibili da parte dei clienti, per giustificare una rete commerciale che si automantenga.

Per avere i volumi il  prodotto (qualità e prezzo) non è sufficiente. E’ necessario che il mercato sia maturo, che  i clienti  siano informati e preparati : meglio saperlo per dimensionare adeguatamente gli investimenti commerciali e non creare false aspettative di vendita.

Vendere col Quinto Conto Energia


Vendere non è un’arte: vendere è il risultato di una accurata attività di pianificazione commerciale, che prevede :

  • valutazione del mercato target
  • valutazione degli obiettivi commerciali (nro di clienti, valore medio trattativa, stima di ricavi da vendite)
  • valutazione dei costi di marketing e impostazioni dei piani di comunicazione a supporto
  • valutazione dei costi commerciali (remunerazione del personale e  della rete di vendita)

I piani di vendita necessitano, oltre che di un contesto normativo certo, di prospettive temporali di medio lungo periodo: infatti piani commerciali seri prevedono investimenti in comunicazione e supporto alle attività commerciali che daranno risultati concreti, in termini di “trattative vinte”, non prima di sei mesi/ un anno.

Va da sé che l’impostazione del V° conto energia non è di grande aiuto in questo senso in quanto  stabilisce:

  • procedure snelle solo per progetti fino a 12KW, progetti con smaltimento amianto, impianti integrati con caratteristiche innovative
  • procedure burocratiche di iscrizione ai registri per progetti superiori ai 50 KW,

e comunque un tetto globale all’erogazione degli incentivi.

Attività commerciali  che iniziano a settembre 2012 vedranno risultati concreti, in termini di trattative vinte, da marzo 2013 in poi, per progetti che potrebbero accedere agli incentivi nel corso dell’estate 2013,  quando il tetto degli incentivi potrebbe essere stato superato.

Gli incentivi del V° conto andranno in buona parte a beneficio di progetti già acquisiti o di trattative già avviate; in questo scenario è bene prevedere fin d’ora che il mercato fotovoltaico debba sostenersi da solo, con margini che nascono dalla vendita del prodotto e dalle attività di consulenza, installazione e manutenzione, e non da leve finanziarie.

La situazione è pertanto la seguente :

  • il mercato target è rappresentato da :
    • PMI con sostenuti consumi energetici per le quali il consumo di energia autoprodotta dai pannelli garantisca un risparmio che giustifichi il ritorno dell’investimento in tempi accettabili (dai 5 ai 7 anni).
    • Residenziale : microcondomini, villette a schiera, case autonome

 

  • il principali strumenti di vendita sono :
    • l’andamento previsto dei costi di EE nei prossimi anni:  il ritorno sull’investimento sarà funzione della crescita dell’aumento della bolletta.
    • i  possibili ritorni di immagine per aziende che possano trarre vantaggio dall’utilizzo di “energia verde”
    • possibili incentivi ottenibili da sgravi fiscali, certificati energetici , etc , in un contesto evidentemente più ampio (efficienza energetica)
  • la concorrenza è rappresentata, oltre che da soluzioni fotovoltaiche di altri fornitori, dalle altre soluzioni di energia rinnovabile, ad esempio impianti eolico, che graveranno sugli stessi mercati con motivazioni all’acquisto analoghe

 

  • la filiera commerciale deve organizzarsi con margini su prodotto e su servizio chiaramente suddivisi sui diversi livelli della filiera:
    • i produttori di moduli devono investire sulla rete di distribuzione, su campagne di sensibilizzazione dell’utente finale, su azioni di reclutamento, fidelizzazione e formazione degli installatori
    • i distributori devono focalizzarsi sulla efficienza logistica per potere lavorare con margini bassi
    • gli installatori devono focalizzarsi sul valore aggiunto : consulenza, installazione, monitoraggio e manutenzione
    • gli “EPC”, che finora hanno lavorato su grandi impianti e leve finanziarie,  devono decidere da che parte stare : o diventano distributori o costruiscono  reti di piccoli installatori in franchising

La corsa al fotovoltaico è finita, il mercato del fotovoltaico resta, anche se con tassi di crescita più ridotti e  logiche commerciali diverse.

Dalla teoria ai fatti: Meteocontrol, nuove sfide nei servizi di monitoraggio e manutenzione impianti fotovoltaici


Alcuni esempi concreti di come le aziende del settore fotovoltaico stanno affrontando il mercato che si sta evolvendo dai grandi impianti verso impianti di piccola/media taglia.

Meteocontrol GmbH  è una società tedesca nata da uno studio di ingegneria specializzato in attività di ricerca, progettazione e consulenza nel fotovoltaico.  In questo studio sono stati sviluppati i primi programmi software per impianti solari e la prima rete remota per la misurazione degli impianti (anni 1980-1985).

In un mercato in consolidamento in cui sono finiti gli incentivi che giustificavano la progettazione di grandi impianti, si sono aperte grandi opportunità per prodotti e servizi di monitoraggio e manutenzione, fondamentali per garantire il ritorno degli investimenti di natura speculativa  realizzati negli ultimi anni.

Meteocontrol ha una linea di prodotti modulare e completa per gli impianti residenziali e per i grandi impianti.

Data logger, sensori, software di monitoraggio,  driver, che permettono di interfacciare i principali  inverter presenti sul mercato, sono i componenti di un’offerta specialistica  che denota importanti competenze informatiche e di automazione .

Uno dei principali punti di forza di Meteocontrol è la partnership con l’Università di Oldenburg e i suoi ricercatori , grazie a cui fra i servizi offerti si trovano  tutte le informazioni relative all’ irraggiamento di una specifica zona geografica sotto forma di serie di dati e di valori medi.

Meteocontrol è presente in Italia da aprile 2011, e da allora ha consolidato partnership con circa venti aziende attive nella progettazione, nel monitoraggio  e nella manutenzione impianti ; parallelamente sta investendo nella formazione di personale tecnico specializzato distribuito sul territorio nazionale.

Molteplici le sfide da affrontare per l’azienda, che dovrà da un lato consolidare una posizione di leadership nella fornitura di servizi per i grandi impianti, dall’altro diversificare la strategia commerciale per cogliere le opportunità che emergeranno dai piccoli impianti.

In Italia esistono parecchie soluzioni per monitorare impianti fotovoltaici, la maggioranza delle quali sono di natura artigianale sviluppati da aziende con ridotte capacità di investimento e di diversificazione del modello di business conseguente al nuovo scenario normativo e di incentivazione.  Anche quest’area di mercato vedrà un consolidamento: per molte realtà italiane sarà meglio consolidare accordi commerciali con aziende finanziariamente solide e capacità di investimento in nuove soluzione adatte ai nuovi scenari di mercato.

Dalla teoria ai fatti: SMA, quando il marketing “fa la sua parte”…


Alcuni esempi concreti di come le aziende del settore fotovoltaico stanno affrontando il mercato che si sta evolvendo dai grandi impianti verso impianti di piccola/media taglia.

SMA, quando il marketing “fa la sua parte”…

L’inverter,  o meglio gli inverter,  sono il cuore di un impianto fotovoltaico  con una funzione strategica soprattutto nell’evoluzione verso modelli di rete “Smart Grid” .

Gli inverter si differenziano in base alle caratteristiche tecniche di affidabilità, di rendimento e di conformità alla normativa in vigore, ma il successo di una linea di prodotti e di una azienda non dipendono  solo dalle caratteristiche tecniche, ma anche dalla capacità di raggiungere con una struttura commerciale efficiente un gran numero di clienti : spesso nel cammino dal produttore al cliente la qualità del prodotto si perde, se non supportata da una solida organizzazione commerciale, da una buona rete di assistenza tecnica, e da un’efficiente organizzazione logistica.

Il rapporto fra costo commerciale (costi di marketing associato alla vendita+remunerazione del canale + costo del personale di supporto alla vendita),  e ricavi  sul venduto danno la misura dell’efficacia di una struttura commerciale.

La vendita, quindi, è misurabile in termini matematici e può essere gestita secondo un approccio “scientifico”; le opportunità esistono naturalmente, ma devono essere considerate in un contesto “statistico”.

Una struttura marketing e vendite non gestita secondo “metodi scientifici”, con un’analisi precisa del target di mercato, dei canali di vendita,  degli strumenti di supporto e quindi dei costi associati alle vendita non può reggere i colpi della concorrenza e dei “balzelli normativi” che costringono a cambiare rotta strada facendo.

SMA almeno a giudicare dai programmi di marketing operativo e dagli investimenti sul canale di vendita sembra aderire a questa scuola di pensiero.

L’impostazione sul mercato di SMA si muove sui seguenti “asset”:

In sintesi, grande supporto alla rete di rivenditori e installatori, evidentemente considerati una risorsa strategica, che seguiranno SMA nel processo di diversificazione dell’offerta in un mercato sempre più difficile  che necessita di ampliare il mercato target verso residenziale e PMI.

Dalla teoria ai fatti: AC Consulting, quando la vendita non è fine a se stessa


Dalla teoria ai fatti: alcuni esempi concreti di attività di vendita sulle Piccole Medie Imprese

AC Consulting  è un’agenzia di E-ON , cioè vende contratti di fornitura di energia elettrica e gas alle piccole medie imprese.

La rete di vendita indiretta nonostante debba essere reclutata, gestitita, formata e necessiti di strumenti di supporto è strategica per penetrare un mercato frammentato e fortemente radicato sul territorio, quasi “invisibile” se non focalizzato con grande attenzione.

L’amministratore di AC Consulting, Riccardo Guzzetti,  è un imprenditore che ha fatto della vendita il suo business: ha iniziato l’attività come agente singolo, si è quindi organizzato con una struttura commerciale e ad oggi gestisce circa 4.000 clienti business.

Assecondando le esigenze dei clienti e al tempo stesso le proprie aspirazioni imprenditoriali, la sua agenzia ha una ben organizzata struttura di “Back Office” (suddivisa in pre-vendita, post-vendita e customer care) che rappresenta l’interfaccia operativa fra il cliente e l’azienda fornitrice dei servizi, garantendo assistenza all’utente finale nelle fasi di attivazione e per eventuali richieste tecniche e/o amministrative.

Per un’azienda focalizzata sulla vendita i clienti sono l’ “asset”  principale in quanto:

  • grazie al “passaparola” sono i più importanti “promotori” di cui una società possa disporre
  • costituiscono un’importante risorsa per le attività di cross-selling che li trasforma in acquirenti seriali
  • attirano grande interesse da parte di aziende che vogliano veicolare prodotti e servizi su quel mercato

La rete di vendita indiretta è il punto di incontro fra aziende e strategie: nonostante la diversa dimensione aziendale induca a pensare a rapporti di forza a favore dell’azienda mandante, quando la partita è ben giocata le cose non stanno così. Le agenzie, o comunque i rivenditori, sono aziende autonome e indipendenti che devono avere una loro autonomia di pensiero e di strategia, che permetta di mantenere ben saldo il contatto con i clienti. Differenziare l’offerta e cercare nuovi prodotti/servizi da veicolare può essere un valido strumento di fidelizzazione, con beneficio anche dell’azienda mandante.

AC Consulting, che segue questa linea di pensiero, veicola sul mercato un’offerta integrata (elettricità, gas e servizi innovativi) con l’obiettivo di ridurre la spesa energetica dei suoi clienti.

Fra i servizi a valore aggiunto vale la pena citare :

  • audit energetico (analisi dei processi relativi ai consumi di energia per evidenziare interventi che possano ridurre i costi relativi)
  • installazione di impianti fotovoltaici
  • agevolazione sulle accise (ottenimento della riduzione delle accise relative ai consumi di energia elettrica e gas)
  • adeguamento della norma DK5600 (adeguamento della connessione degli impianti alle reti di media tensione)

La diversificazione dell’offerta, comunque, non deve penalizzare la ricerca di nuovi clienti, focus fondamentale di AC Consulting, i cui ricavi derivano per una quota del 50% dal parco clienti fidelizzato, il restante 50% dal premio sui nuovi clienti acquisiti.